EFSA e OMS contengono l'allarmismo: il rischio di contagio alimentare è basso, ma bisogna alimentarsi bene anche per difendersi.

Senza allarmismi, parlare di CoronaVirus e alimentazione ci addentra in un contesto ancora tutto da scoprire, come molti aspetti legati a questa emergenza.
Sulla base di quanto definiscono le istituzioni di riferimento, EFSA e OMS, i dati a disposizione si basano sulle esperienze legate alle epidemie della SARS e della MERS e si suppone che anche il CoronaVirus abbia le stesse caratteristiche. Nelle precedenti infezioni non si erano verificati casi di trasmissione tramite gli alimenti. Tuttavia, appare chiaro che per il COVID-19 non risultino, al momento, dati empirici a disposizione che escludano scientificamente le possibilità di contagio attraverso i cibi. Si presume che le condizioni di costante variabilità di un alimento, dipendenti dalla varietà di cariche batteriche e dai fattori ambientali non rappresentino le condizioni ideali per il virus di stabilizzarsi e consolidarsi, a differenza di quanto sembrerebbe accadere sulle superfici e sui materiali inerti dove il virus potrebbe avere possibilità di alcuni giorni di vita.
Il rischio di contagio alimentare viene definito di livello basso, seppur non impossibile, in quanto si suppone che nella vita distributiva dei prodotti alimentari, i tempi logistici non agevolino il permanere dei virus. Anche formaggi ed affettati, dunque, non essendo consumati immediatamente dopo il taglio e l’acquisto non rappresenterebbero motivo di rischio.
Tuttavia, la stessa OMS offre delle prescrizioni per il consumo di alimenti in modo da limitare le probabilità di infezione: sicuramente lavare le mani ed igienizzare gli strumenti da cucina e gli ambienti, ma soprattutto evitare il consumo di cibi animali crudi, tenendo presente che se la cottura (oltre i 70° C) abbatte ed inibisce la potenzialità del virus, il congelamento a – 20 gradi centigradi, invece, può conservare il virus per anni. Prestare cura alle potenziali contaminazioni incrociate tra alimenti crudi e cotti durante la conservazione e la preparazione dei cibi, lavare accuratamente frutta e verdura. Gli alimenti sottoposti ai processi di pastorizzazione e sanificazione hanno garantito l’assenza del virus della Sars in passato, un parente stretto del nuovo Coronavirus.
Per concludere, un attento metodo alimentare ci tutela dall’infezione diretta ed, inoltre, un’accurata selezione degli alimenti può anche avere valore preventivo per il rafforzamento del sistema immunitario.
Approfondimenti e fonti:
https://www.efsa.europa.eu/en/news/coronavirus-no-evidence-food-source-or-transmission-route
https://ilfattoalimentare.it/coronavirus-trasmissione-cibo.html
https://ilfattoalimentare.it/coronavirus-alimenti-cibo-sicurezza.html
https://ilfattoalimentare.it/coronavirus-contagio-cibo-pane.html